La nostra storia
Liquidum nasce dall’amicizia di due appassionati apneisti conosciutisi nel lontano 2006, durante quello che al tempo aveva il merito di essere il miglior programma di addestramento per un istruttore di apnea.
Prese due strade differenti, di apneista professionista l’uno e di manager aziendale e apneista per passione l’altro, si sono poi ritrovati nelle acque di Sharm El Sheik per scoprire, chiacchierando tra un allenamento e l’altro, come i rispettivi e diversi bagagli di esperienze acquisiti negli anni, potessero essere messi a fattor comune per costruire un nuovo e innovativo progetto nel campo degli sport acquatici.
Homar Leuci
Mi ritengo una persona privilegiata perché, nella vita, ho potuto realizzare il mio sogno: competere in apnea e diventare l’atleta italiano più profondo al mondo.
La mia carriera professionale è cominciata a 25 anni dopo avere visto il film “Le Grand Bleu” di Luc Besson. Sebbene l’immagine che nel film si dava di Enzo Maiorca non corrispondesse alla reale caratura della persona, nei fui comunque attratto.
Approfondii così la storia di Maiorca, restai ammirato dalla sua volontà di sfidare i più grandi del tempo e sentii nel profondo del cuore che, come lui, avrei dedicato la mia vita all’apnea e mi sarei impegnato per diventare l’apneista italiano più profondo della storia. Da quel preciso momento trovai uno scopo, un modello da seguire e tutte le mie energie si sono concentrate su quell’unico fondamentale obiettivo. Ancora oggi ricordo con grande emozione il mio primo e più importante record di profondità che stabilii nel 2005, in occasione della gara organizzata in memoria di Rossana Maiorca, figlia di Enzo, presso il diving Di dato di Siracusa.
Quando tutto ebbe inizio avevo già concluso gli studi in economia e commercio ma ero determinato a realizzare il mio sogno e, quindi, cominciai a dedicarmi giorno e notte a imparare, praticare ed allenare l’apnea. Il percorso per diventare un apneista professionista è stato lungo e, prima di condurmi all’ultimo e più importante record, è stato irto di ostacoli, gioie, battute di arresto e ripartenze. Durante questa parabola, fitta di record in varie discipline, medaglie d’oro mondiali, vittorie e sconfitte, ho affrontato situazioni critiche e imparato l’importanza dell’autodisciplina, della gestione dello stress, della leadership personale e di gruppo. Parallelamente alla mia attività di atleta ho infatti conseguito il diploma di istruttore e allenatore di apnea potendo così aiutare centinaia di persone a realizzare i loro sogni.
L’apnea mi ha insegnato una cosa fondamentale, ovvero che quando ci si adagia su uno status raggiunto, seguono puntuali le battute d’arresto. E’ in quelle fasi della mia carriera che ho compreso l’importanza di mantenermi curioso ed aperto a nuovi metodi di fare apnea e, soprattutto, di prepararla mentalmente e fisicamente senza accontentarmi dei risultati raggiunti.
Negli anni ho approfondito tematiche di psicologia dello sport ed avuto l’opportunità di confrontarmi con esperti del settore, grandi coach e atleti che hanno arricchito il mio bagaglio di conoscenze.
Nell’ultima parte della mia carriera, realizzato il mio sogno e divenuto l’apneista italiano più profondo di sempre grazie alla quota raggiunta di -124 metri in assetto costante,, ho deciso di dare corpo all’ultima e più grande lezione che l’apnea competitiva mi abbia dato: gli obiettivi non si raggiungono da soli e, spesso, se siamo aperti abbastanza, possiamo trovare al di fuori di noi grandi risorse e opportunità per crescere. Questo per me è il valore profondo del condividere conoscenza. Questo è LIQUIDUM.
Ettore Favia
Posso dire di avere due vite, una prima ed un’altra dopo avere imparato l’apnea subacquea.
Ho iniziato la mia carriera professionale conseguendo il brevetto di pilota di aeroplano e proseguendo la mia formazione di pilota all’estero dove, in un ambiente internazionale e multiculturale, ho avuto l’opportunità di sperimentare i più avanzati modelli del tempo in materia di formazione e addestramento.
Dopo 6 anni nel settore aeronautico, ho ricominciato tutto daccapo passando dal pilotaggio degli aeroplani al “pilotaggio” delle aziende, avviando start-up e ricoprendo ruoli di leadership in ambienti corporate. È in questi anni caratterizzati da frenetici ritmi di lavoro che, grazie all’apnea, ho imparato ad ascoltare il mio corpo capendo quando rallentare i ritmi, e trovato sollievo dallo stress lavorativo frequentando il mare tutto l’anno.
Non mi ritengo un apneista “naturale” o di talento. Durante il mio primo corso di apnea, pur raggiungendo ottimi risultati in statica, faticavo a compensare le orecchie. Il mio istruttore continuava ad invitarmi a rilassarmi ma non riusciva a darmi una precisa soluzione tecnica. Nel 2004 non esistevano protocolli per imparare la compensazione e tutto era rimesso alle doti naturali delle persone.
Fu grazie alla voglia di ricerca – che mi ha portato negli anni a confrontarmi con i maggiori esperti di compensazione in giro per il mondo – alla disponibilità a rivedere costantemente il mio modo di fare apnea, ed alla mia esperienza in campo formativo, che risolsi il problema. Arrivai così ad ottenere il mio brevetto da istruttore nel 2006 e le mie migliori prestazioni non competitive in assetto costante negli anni successivi. Ritengo che l’avere letteralmente “costruito” la mia apnea applicando un metodo rigoroso in stile aviatorio, mi consenta di meglio comprendere i problemi dei miei allievi e di aiutarli efficacemente a risolverli.
L’ultimo salto di qualità l’ho fatto un paio di anni fa grazie ad un incontro casuale a Sharm el-Sheikh con l’amico e campione di apnea Homar Leuci. Io mi allenavo in costante praticando nuovi protocolli di compensazione, mentre lui stava preparando il record italiano bi-pinne in assetto costante.
Decisi allora di provare i protocolli da lui sviluppati sull’allenamento metabolico per l’apnea. Il risultato sulla mia apnea fu sorprendente. Nei giorni a seguire cominciammo a realizzare che i rispettivi trascorsi ed il bagaglio di esperienze a nostra disposizione, non solo apneistiche ma anche in campo formativo, fossero tali da consentirci di costruire un progetto nuovo in campo apneistico. Una piattaforma innovativa destinata a portare l’apnea ad un pubblico più vasto grazie all’insegnamento di tecniche efficaci ed alla portata di tutti. In una parola: LIQUIDUM.