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Gestire le fonti di stress

Imparare a percepire e gestire le fonti di stress è fondamentale per chi decide di praticare apnea subacquea.

La scienza non fornisce definizioni univoche del termine “stress”. Volendo semplificare consideriamo, in questa sede, lo stress come uno stato di ansia dovuto all’obbligo di fare o affrontare qualcosa, non conoscendo le condizioni in cui questa attività si svilupperà e/o non avendo certezza delle nostre capacità di affrontarla positivamente.  Una forma di ansia verso il futuro che compromette la nostra capacità di “funzionare correttamente”.

Nel mondo del volo aereo si dice: “Se una cosa a terra ti viene al 100%, in volo, in condizioni di stress, ti verrà al 40-60%. Se a terra ti viene al 60%, in volo, salvo che il contesto sia perfetto, molto probabilmente non ti verrà. Se a terra non ti viene, in volo sarà altrettanto.”

Di qui l’importanza di:

• Prepararsi bene e simulare il più possibile il contesto futuro.

• Ridurre il più possibile fattori di incertezza prima di cimentarsi in una qualsiasi attività che comporti incognite.

In apnea è un po’ la stessa cosa che nel volo aereo. I nostri organi sono i sistemi di bordo e il gesto atletico è la nostra sequenza di comandi da applicare per eseguire una manovra. Per ridurre e gestire le fonti di stress è quindi necessario conoscere gli organi deputati, capire come funzionano, imparare a percepirli e controllarli. Rendere quasi automatico il gesto atletico nel suo sviluppo attraverso simulazione e ripetizione al di fuori dell’elemento liquido. Quando tenteremo il gesto in acqua saremo davvero pronti e lo stress avrà solo carattere positivo. Ecco il metodo LIQUIDUM.

Compensazione delle orecchie, l’anatomia e la fisica non mentono

Ettore Favia spiega l'anatomia di un orecchio

Prima di ogni tuffo, una delle maggiori incognite – e quindi una forma di stress – per un apneista alle prime armi, si riassume nella domanda: riuscirò a compensare le orecchie?

La risposta di LIQUIDUM a questa incertezza è l’utilizzo di un protocollo di studio e simulazione della compensazione che può essere svolto fuori dall’acqua e che consente all’apneista di:

Ettore Favia spiega l'anatomia di un orecchio

• conoscere quali sono gli organi compensatori e come funzionano

• aumentare la percezione ed il controllo degli stessi

• allenare la compensazione in un contesto “asciutto” ovvero fuori dall’acqua andando a ridurre sensibilmente una delle principali fonti di stress in apnea quando si è alle prime armi.

Noi di LIQUIDUM abbiamo mutuato questo principio e abbiamo inserito all’interno delle nostre esperienze di apprendimento dei protocolli di simulazione della compensazione molto efficaci e schemi di azioni sequenziali durante i tuffi estremamente affidabili.

In occasione del nostro primo corso istruttori svoltosi a luglio 2022, abbiamo per primi introdotto l’obbligo del superamento di uno specifico esame sulle tecniche di compensazione e ventilazione ai nostri istruttori attraverso il protocollo di compensazione simulata.

E’ infatti per noi incomprensibile come ancora oggi in molti ambienti si pensi di insegnare l’apnea catapultando un principiante in una piscina profonda – o addirittura in mare – per la prima volta sperando che gli “entri” la compensazione senza averla preparata in alcun modo a secco. Oltre a rischiare di trasformare la sessione in una inutile perdita di tempo, si esporrà il principiante a sensazione negative, andando a compromettere la sua esperienza.

Homar Leuci insegna le tecniche di respirazione

Ventilazione polmonare, il metodo scientifico è imprescindibile

Homar Leuci insegna le tecniche di respirazione

La seconda maggior incognita prima di ogni tuffo o apnea dinamica – e quindi una forma di stress – per un apneista alle prime armi, si traduce nella domanda: avrò preso abbastanza aria per raggiungere l’obiettivo prefissato?

Non solo, più un neofita proverà sensazioni di disagio durante la prestazione, più perderà fiducia nella ventilazione di preparazione alla stessa e più si stresserà.

La risposta di LIQUIDUM a questa incertezza è l’utilizzo di protocolli ventilatori differenziati a seconda del gesto che si va compiendo e l’applicazione di gesti respiratori standard e ripetibili. Tra questi, il protocollo 2+30 sviluppato dal campione mondiale e co-fondatore di LIQUIDUM Homar Leuci.

Il protocollo 2+30, consente all’apneista in maniera agevole di:

• raggiungere un riempimento polmonare elevato

• assicurarsi un giusto apporto di ossigeno e un giusto rapporto O2/CO2

• sentire un senso di pienezza e di soddisfazione nell’inspirazione

La somma di tutti questi elementi ci consente di iniziare qualsiasi apnea forti di un senso generale di pienezza e appagamento. Questo approccio è stato costruito con metodo scientifico attraverso decenni di carriera apneistica competitiva e insegnamento e garantisce praticità di esecuzione, l’applicazione sistematica e un risultato ripetibile, infondendo un prezioso senso di sicurezza nell’apneista. Negli anni abbiamo infatti compreso che un tale approccio, seppur apparentemente – e ribadiamo “apparentemente” – meccanico, anziché ostacolare la ‘’magia’’ dell’apnea, infondendo un elevato livello di tranquillità nel gesto, ne è il miglior precursore.

Solo riducendo lo stress, legato all’incertezza delle prestazioni, e creando schemi quasi automatici, metteremo il ns. istinto acquatico nelle condizioni di emergere.

Limiti emotivi

Apneisti in piscina imparano a gestire le fonti di stress

Noi di Liquidum pensiamo, e lo abbiamo verificato sperimentalmente negli anni, che un limite emotivo possa essere gestito intervenendo su diversi fattori quali, ad esempio, la creazione delle migliori condizioni possibili di attività, riducendo pertanto lo stress ambientale.

Apneisti in piscina imparano a gestire le fonti di stress

Questo risultato lo si raggiunge:

• utilizzando l’attrezzatura corretta per ogni tipo di attività senza irrigidirsi su un assetto “uno-funziona per tutto”. E’ oramai impensabile utilizzare lo stesso assetto sia per l’apnea profonda che per l’apnea dinamica in piscina

• tramite un assetto muta/pinne/accessori il più semplice e gestibile autonomamente possibile

• attraverso una gestione del gruppo rassicurante e motivante da parte dell’istruttore.

In ultimo, dal punto di vista non ambientale, rafforzando la conoscenza e, attraverso i protocolli LIQUIDUM, imparare, simulare ed eseguire le tecniche di ventilazione e compensazione adeguate.

Non ci stancheremo mai di ripeterlo, in apnea gli obiettivi non si raggiungono per caso o semplicemente abbandonandosi casualmente all’elemento liquido, ma solo attraverso il metodo e l’applicazione di schemi preordinati.